Intervista      SERGIO ASSISI

    C'è chi naturalmente ha questa magia negli occhi!

    Uno degli attori italiani preferiti e più famosi, esempio di brillante spirito napoletano, Sergio Assisi già da anni tende la propria rete composta da creatività e d'amore per il palcoscenico e per tutto il circostante, con coraggio e determinazione.

    Una persona con evidente capacità creativa, acquisita attraverso un'ampia gamma di ruoli teatrali (dai capolavori di Moliere; Euripide; William Shakespeare; C. Goldoni, alla sua propria regia dell'opera teatrale "C'è folla al castello" di Tordieu), di film importanti (come Ferdinando e Carolina; L'uomo della fortuna; Guardiani delle nuvole; Amore e libertà), di numerose serie televisive (La squarda; La casa del agnelo; Elisa di Rivombrosa; Capri; Graffio di tigre; Le ragazze dello swing; Zodiaco – Il libro perduto).

    Il seme della follia artistica che porta dentro di se lo indirizza verso la creazione di sogni infantili sia nei suoi romanzi (S/Piazza Napoli; San Giuseppe facci vincere lo scudetto fino al 3000; Strapazza Napoli Vol.2) sia nell'aspirazione di realizzare se stesso nel lavoro di regista e il produtore.

    La sensibilità istrionica inata, la creatività, il carattere spiritoso ed aperto, il carisma, la solarità, gli occhi, il sorriso fanno la persona e l'attore Sergio Assisi.

    CL: Lei è nato in una delle città più belle d'Italia. A Napoli. E' orgoglioso dello spirito mediterraneo della sua anima e come questo spirito L'ha definita come persona e come attore? Pensa che le sue radici abbiano influenzato i ruoli che ha ricevuto, sopratutto in film e in televisione?

    SA: Napoli è un mondo a parte, è stato paradiso di mare per romani, arabi, turchi, francesi, spagnoli ecc ecc. Lo spirito napoletano è unico e non perché sia napoletano, ma perché è la pura verità. Sono fiero di essere napoletano, e rappresentarne quella parte viva libera creativa in continua evoluzione. Una Napoli che risorge dalle proprie ceneri come un'araba fenice. Ho un arma in più che ha influito i'm gran parte nelle mie scelte di vita! Sono scappato dalla Napoli grigia per crescere altrove e portare i semi buoni della mia città in giro per il mondo.

    CL: Lei è nato in una famiglia molto inclinata all'arte e alla cultura. Come questo ambiente ha definito la sua scelta professionale?

    SA: Il fatto di aver avuto una famiglia geneticamente diversa folle e piena di creatività è stato determinante! Io sono quello più pazzo e che si è spinto un po'oltre... Speriamo di non cadere..

    CL: Tato Russo, regista, drammaturgo, poeta, musicista, un talento multiforme della scena drammatica nazionale è stato il suo primo insegnante di recitazione. Dicono che lui sia l'ultimo, vero, autentico genio del teatro italiano. In cosa consisteva il suo lavoro con il grande maestro? Ritiene che la versatilità di quest'uomo abbia incoraggiato anche Lei a scoprire e a coltivare il proprio talento?

    SA: Il mio rapporto è stato sempre conflittuale ma costruttivo con Tato che stimo come regista in modo ampio e affascinato! Ritengo che abbia una follia artistica unica nelle sue rappresentazioni che sono molto oniriche. Amo i sogni e riconosco e amo tutti quelli che portano dentro di loro il seme della follia.

    CL: Livio Galassi L'ha scelta nel 1993 per un ruolo di spicco nel "Giorge Dandin" di Molière, dopo di che partecipa ad una lunga serie di spettacoli dalle commedie napoletane alle tragedie di stampo classico. Nonostante la necessità di ogni attore di essere bravo in tutti i generi, che cos'è che Lei personalmente preferirebbe?

    SA: Livio Galassi è stato il mio vero mentore, colui che in una folla mi ha teso la mano portandomi su di un palcoscenico! E' quello che ha fatto crescere la fiducia artistica in me stesso! Direi il primo imprinting! Da quello è cominciato davvero tutto.

    Sergio Assisi

    CL: Considera che il teatro sia uno passo importante per ogni attore?

    SA: Il teatro è uno dei primi bisogno dell'umanità. Pensiamo ai greci o forse ancora prima... L'essere umano ha sempre avuto il bisogno atavico di mostrare comunicare attraverso ogni forma e il teatro è forse la sua espressione più completa!

    CL: Ritiene che il teatro sia in grado di sopravvivere nell'era della globalizzazione e delle comunicazioni cross mediali?

    SA: In quest'epoca multimediale dove è tutto così veloce rapido immediato, la necessita o forse l'abitudine di essere in un attimo in tutto il mondo da casa propria o dal proprio smarthphone, certo non rende la vita facile al teatro che resta ad appannaggio non dei giovani! Il teatro è sempre visto con quell'alone di serietà che forse oggi non piace ai giovani! Ma il teatro per me resta sempre il primo amore!

    CL: Cosa preferisce come l'attore, lavorare in film o alla televisione oppure fare il teatro?

    SA: Teatro cinema televisione sono tre strumenti tutti diversi e tutti validi allo steso modo! L'importante è che si facciano dei bei progetti!

    CL: Lina Wertmüller ha trovato in Lei l'ideale giovane interprete per il suo film "Ferdinando e Carolina" per il quale è stato nominato per il Globo D'oro in qualità di migliore attore protagonista, dopo di che la sua magistrale l'interpretazione e il suo talento esplodono sul scermo. Cosa si ricorda in particolare di quella esperienza?

    SA: Quando mi chiamarono per il film è stato il giorno più bello della mia vita! Il giorno del cambiamento! Da qui è cominciato tutto quello che sono oggi, e quello che sarò ...

    CL: Dopo numerose serie televisive, sopratutto "Capri", Lei è diventato uno degli attori italiani più famosi. E' soddisfatto o infastidito dalla popolarità?

    SA: Come tutte le cose, la popolarità è un arma a doppio taglio! Nel senso che troppa ti può limitare la libertà! Ad esempio mi piace molto camminare a piedi per strada e a volte diventa difficile, soprattutto nella mia città! Ma tutto sommato è piacevole! A volte capitano anche brutti incontri con persone che magari non ti ammirano e te lo dicono in malo modo! Ma fa parte del gioco!

     

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